Penny

Martedì scorso ho messo la firma più difficile sul foglio meno gradito della mia vita. Con la mia firma ho finito la vita della nostra Penny.

Martedì scorso ho messo la firma più difficile sul foglio meno gradito della mia vita.

Con la mia firma ho finito la vita della nostra Penny.

Penny è venuta da noi tredici mesi fa. Era in condizioni pietose.

Mesi di negligenza l’aveva ridotta ad un’ombra di se stessa.

A metà del suo peso precedente, seriamente disidratata, gli occhi quasi invisibili dietro bordi neri sulla pelle, con qualche infezione intorno agli occhi, la bocca, il naso e le orecchie che lasciava un tipo di crosta dura e nera. Anche quando ci guardava era come se non ci fosse.

Un fantasma vagante in cerca di qualcuno che non c’era più

L’abbiamo presa perché potesse morire in una casa calda, su un cuscino morbido, e non in una gabbia fredda in canile.

Il veterinario le dava un mese, massimo due.

Penny era più forte, però. Lei è tornata

Quando avevamo capito che cosa le piaceva, ha iniziato a mangiare. Ha bevuto tantissimo. Ha messo su peso

L’abbiamo portata a passeggiare ogni giorno. Solo alcune centinaia di metri. Non ce la faceva di più.

C’erano l’erba e la terra. Non sapeva che cosa fosse, avendo vissuto sempre sui masegni delle calli di Venezia, ma capiva presto che era bello ed interessante per una cagnetta vecchia, e ci andava volentieri due volte al giorno.

C’era un bar come quello dove andava sempre con il suo padrone precedente, e dopo una passeggiata faticosa fino all’erba, riposava tra le tavole del bar, chiedendo bocconcini con il suo caratteristico doppio “vouf-vouf”.

Dopo un po’ tutti le conoscevano, esattamente come là dove viveva prima.

La parte più faticosa erano i gradini fino alla casa al secondo piano, e spesso non voleva lasciare il bar per affrontare i tanti gradini fino alla sua cuccia.

Quando era troppo faticoso, l’abbiamo dato una mano sotto, o l’abbiamo portato in braccio che le piaceva moltissimo.

Metteva su peso che abbiamo dovuto ridurre le sue porzioni, che le piaceva di meno.

Gli occhi sono tornati vivi, hanno quasi smesso di lacrimare, l’ombra nera intorno è guarita, e la crosta nera sul naso, negli orecchie, intorno agli occhi e la bocca è sparita.

L’abbiamo spazzolata e gradualmente i suoi peli sono tornati giusti per un collie stupendo, e non quel tappeto denso di quando è arrivata.

Però, non possiamo invertire il tempo, tanto meno fermarlo.

Passando i mesi, era sempre più lenta e più stanca. Chiedeva più aiuto sulle scale. Abbiamo smesso di portarla per passeggiate più lunghe. Ci volevano pause sempre più lunghe al bar

Durante l’estate caldo lei soffriva l’afa. Quasi non respirava più. Abbiamo comprato un condizionatore, e lei dormiva sempre di fronte per tutta l’estate.

Continuava a dormire d’avanti al condizionatore, anche quando faceva meno caldo e l’abbiamo spento.

Noi pensavamo che fosse l’età, l’artrite e debolezza in genere.

Durante gli ultimi mesi deteriorava notevolmente di salute. Le mancava l’aria, e si fermava ogni due passi per respirare. Era stanchissima.

Sabato scorso siamo andati alla Certosa, e l’abbiamo portata anche se la camminata era più di quanto faceva di solito. Era stanca, ma aveva un posto comodo per riposare, e chiedeva bocconcini come sempre.

Nel viaggio di ritorno la sua fortuna si è esaurita.

Scendendo dal battello, un’onda ha fatto che la sua zampa posteriore veniva schiacciata tra barca ed imbarcadero

L’abbiamo liberata, e portata sull’imbarcadero, ma la zampa non reggeva più. Cedeva, e sanguinava abbondantemente.

Le ho portato in un posto più sicuro, e ci siamo messi a cercare veterinari, chiamando tutti i numeri che avevamo. Il nostro veterinario non rispondeva, ed eravamo molto impauriti. Penny sanguinava copiosamente, ma non si lamentava e rimaneva sveglia ed allerta.

L’ho portata in braccia, meglio che riuscivo, i 6-700m fino all’ambulatorio del nostro veterinario.

Aveva perso tanto sangue, ma era comunque sveglia e non piangeva.

I raggi X mostrava una frattura all’osso del tallone, ed il sangue era di ferite sulla pelle, profonde ma non pericolose.

L’ho portato a casa, e ci siamo messi a cercare un veterinario ortopedico per sistemare la zampa. Era domenica, e l’emergenza passata, e ci hanno detto di chiamare lunedì.

La clinica migliore di ortopedia è a Thiene nel vicentino, 90 minuti in macchina da Venezia. Vivendo a Venezia, non abbiamo la macchina, e dovevamo prendere il vaporetto per Piazzale Roma, ed è stato un viaggio di tre ore

Siamo partiti alle 6 di mattina martedì, e siamo arrivati con la macchina di un’amica alle 9. Penny viaggiava nella sua cuccia in un rimorchio per la bici, ed ha fatto bene il viaggio. Ha dormito quasi tutti il tempo.

Arrivati alla clinica è stata visitata dal un veterinario, un ortopedico, un neurologo ed un’anestesista. Hanno fatto un prelievo del sangue.

Poi abbiamo aspettato per parecchie ore. Penny era sempre molto stanca, ma dormiva o riposava finché noi le eravamo vicini. Non potevamo allontanarci perché veniva irrequieta e si storceva e girava per cercarci.

Quando l’anestesista è tornata con il risultato dell’esame del sangue, mostrava che Penny era molto anemica, e non solo per la perdita di sangue di sabato sera.

L’unico modo di sapere se si poteva operare la zampa era di fare un TAC completo.

Per il TAC completo ci vuole l’anestesia totale, e non potevano promettere che Penny ce la faceva.

Non era facile, ma ho firmato le carte e l’abbiamo mandato a fare il TAC.

Ci hanno dato mezz’ora per mangiare qualche cosa.

Esattamente trenta minuti dopo mi hanno chiamato, e le notizie erano devastanti.

Un polmone era tutto un tumore, e l’altro polmone per metà pieno di liquidi. Chiaro allora perché era sempre stanca e che le mancava il respiro.

C’era un altro tumore sul fegato, e quindi il cancro era in metastasi.

Non c’era speranza. Abbiamo pregato per una via d’uscita, ma ogni alternativa avrebbe significato solo più sofferenza per Penny.

La frattura della zampa poteva guarire in tre mesi, ma il tumore nel polmone l’avrebbe uccisa in poche settimane. La morte che le aspettava, sarebbe di un lento soffocamento, possibilmente di ore ed ore di dolore ad agonia.

Abbiamo pianto tanto, ma le lacrime non l’ha salvata, e non c’era alternativa. Ogni altra scelta sarebbe stato insopportabilmente peggio per Penny.

Siamo andati a vederla un’ultima volta.

Era ancora sotto l’anestesia, legata dentro il TAC, con un tubo verde grande nella bocca per respirare.

Non so se era una buona idea andare a vederla, perché adesso ho quest’immagine della povera Penny, dentro il TAC, gli occhi vuoti, con il tubo verde nella bocca, ma non potevamo semplicemente andare via.

Abbiamo pianto ancora tanto fuori la clinica, e poi siamo tornati dentro per pagare e firmare i documenti finali.

Mettendo la firma sull’autorizzazione dell’eutanasia è la cosa più difficile che io abbia mai dovuto fare.

La sua partenza ci ha distrutto.

Lei adesso è riunita con il suo Claudio, il primo padrone con cui ha vissuto i suoi primi tredici anni. Lui è morto sei mesi prima che noi l’abbiamo adottata.

Spero che ci sia erba, bar ed un infinità di bocconcini là dove lei è ora.

Lei ha fatto parte della nostra vita per più di un anno, e ci ha dato assai.

Nella notte veniva nella nostra camera da notte più volte per assicurasi che c’eravamo ancora, e a volte si addormentava appena fuori la porta aperta. Abbiamo sempre lasciato una coperta di pile là per lei.

Quando Martina si alzava presta per andare al lavoro, lei era tutto impastata con il sonno, ma scodinzolava e voleva coccole prima di tornare a dormire.

Più tardi nella mattina quando voleva scendere, faceva il suo “vouf-vouf” seguendomi in giro per la casa mentre mi preparavo. Mi controllava più in bagno che non scappassi in qualche modo senza di lei

Le passeggiate erano di solito di un’oretta, ma non appena avesse fatto i suoi bisogni sull’erba, andava direttamente al bar più vicino, dove si metteva tra le tavole per elemosinare da mangiare: “vouf-vouf”.

A casa aveva la sua cuccia in soggiorno dove stava per lo più, ma man mano che la nostra casa è diventata la sua casa, ha preso di andare in giro a riposare dove le veniva.

Abbiamo cercato di farla fare passeggiare più lunghe, ma si stancava troppo. Il suo posto preferito era senza dubbio il bar locale, simile a quel posto dove andava ogni giorno per tredici anni con Claudio.

Visse quattordici anni, dieci mesi e ventinove giorni. C’ha speso una piccola parte di questo tempo con noi, ma ci faceva sempre sorridere, ridere e felici.

Lei ci amava, e noi amiamo lei e l’ameremo per sempre.


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Commenti

5 risposte a “Penny”

  1. Avatar SOFFIATO STEFANO
    SOFFIATO STEFANO

    Povera Penny, anche io avevo una cagnolina con lo stesso nome morta pochi mesi fa. La scomparsa di un animale può essere, a volte, più dolorosa di un umano. Condoglianze ragazzi…

  2. Avatar Daniela
    Daniela

    … conosco il dolore perché già vissuto tante volte ormai è mentre leggo… piango.
    Buon ponte piccola, meravigliosa creatura. ????

  3. Avatar mauro Stoppa
    mauro Stoppa

    Caro Renè
    che dire, come non commuoversi di fronte a tutto questo…
    Ma, credimi, la vita mia via è stata condivisa con 8 meravigliosi cani ed Olivia che è arrivata dopo l’aver dovuto far addormentare il mio Tino mi sta scaldando il cuore con la sua gioia di vivere.
    con affetto
    Mauro

  4. Avatar Valentina
    Valentina

    Vi amo, te René…Martina e Penny… E anche Stella… Sto piangendo a dirotto dopo aver letto tutto questo…. Sto piangendo dal dolore e dalla commozione e anche per la bellezza dei vostri cuori….Penny poi ha insegnato molto a tutti noi… Anziana signora di una bellezza regale….e di una dignità immensa… Quando la abbiamo trovata noi in casa era l’ombra di sé stessa…. Non faceva le scale…. 6 mesi rinchiusa in casa… E poi vederla rinascere con voi è stato il dono più grande…. E voi,firmando quel foglio, ragazzi le avete fatto l’ultimo regalo… Avrebbe sofferto e basta….le avete donato una seconda vita e lei stava facendo tutto quello che faceva x ringraziare voi… Nonostante tutta la stanchezza e i dolori…. Grazie ragazzi, e grazie ancora…. ❤️

  5. Avatar Graziella

    Col nodo in gola e le lacrime agl’occhi vi scrivo queste 2 righe…. Vi ho visti quel sabato non ho dormito per 2 notti…vi ho dato una borsa di stoffa per tamponare la ferita…il caso ha voluto che quella borsa la usavo per comperare da mangiare al mio cagnolino che non c’è più da luglio (anche io ho dovuto firmare per l’eutanasia per una metastasi molto dolorante) il caso ha voluto che si chiamasse Penny come lei????????????????
    Vi sono vicina in questo immenso dolore…..